I carri allegorici

Ass. Cult. MSM   (Cat. B)

CARPE DIEM

L'opera che presentiamo per l'edizione 2024 del Carnevale di Acireale prende il titolo dalla locuzione latina "Carpe diem" che significa letteralmente "afferra il giorno”; l'espressione carpe diem viene tradotta anche come cogli l'attimo ed è un invito ad apprezzare ciò che si ha dato che il futuro non è prevedibile.
Immaginiamo anche solo per un istante di poter riavere del tempo con una persona che amiamo, distante o che non c'è più, quel tempo che abbiamo avuto ma che non siamo riusciti a valorizzare abbastanza, per via della vita frenetica, gli impegni, la stanchezza, il denaro, dando sempre per scontato di trovarla li, davanti ai nostri occhi, ma senza vederla, rimandando qualcosa chiesto, un bacio, una carezza. E triste, ma è così ci viene difficile valorizzare ogni piccola cosa e ogni presenza.
Non diamo valore alle cose quotidiane e, dato che siamo sicuri di averle, le diamo per scontate.
Spesso, però, è troppo tardi e il dolore della perdita ci fa piangere e rimpiangere amaramente ciò che è appena finito.
Se ci fermiamo un attimo a pensare, a volte siamo incapaci di riconoscere le cose essenziali della nostra vita e ciò di cui abbiamo davvero bisogno e che vogliamo preservare.
Come possiamo vedere, nella parte anteriore, vi sono delle grandi mani, che nascondono un viso, apparentemente allegro, ma in realtà nasconde tristezza e rimorsi.
Lateralmente, due volti rispettivamente maschile e femminile sono simbolo di unione e di coraggio.
I volti sono formati da piccoli gechi, che secondo la cultura neozelandese rappresentano adattabilità e trasformazione, essi infatti sono animali che sopravvivono ad ogni difficoltà, anche la più temuta.
Le due figure della mitologia indiana, Brahma e Vishnu, rappresentano il primo la creazione dell'universo e di tutti i grandi mali che ci attanagliano,la seconda rappresenta la protezione della vita nell'intero cosmo, il suo incarico è quello di vigilare sull'intera umanità, proteggendola e preservarla dalle forze negative che tentano di annientarla.. A chiudere le scene vi è rappresentato Shiva, una delle divinità principali dell'induismo, visto come il potere distruttivo per tutto l'universo, anche se in realtà, Shiva non è affatto negativa, rappresenta infatti una trasformazione positiva, che rigenera e trasforma la vita, portando il benessere e la felicità suprema per il mondo e per tutti gli esseri viventi.
Shiva è pura bontà e purezza a discapito delle apparenze, spesso ingannevoli.
Vuole quindi essere un monito di speranza e di trasformazione per l'essere umano, spesso turbato da scelte di vita o da rimpianti che possono essere determinanti per la propria felicità.
Brahma Vishnu e Shiva insieme, formano la trimurti, espressione delle tre qualità principali inerenti alla creazione dell'universo.
Alla fine, tutti i personaggi rappresentanti formeranno un unico grande volto femminile simbolo di unione contro le avversità: solo rimanendo uniti l'un con l'altro infatti, sarà possibile evitare rimpianti, tristezze e sconforto durante la nostra vita.
E allora il messaggio è quello di cogliere l'attimo, prima che sia troppo tardi, perché ricorda, niente è per sempre.